Ci sono luoghi che non hanno una precisa ubicazione nello spaziotempo. Luoghi che variano a seconda della memoria individuale e poi collettiva, luoghi che furono e che di colpo non ci sono più, cancellati dalla progressione degli anni.

Ciò che una volta fu la stazione sotterranea di Matera è un qualcosa che affonda le radici nella controcultura giovanile degli adolescenti e di tutti i  giovani degli anni ’90 e dei primi 2000,materani, della provincia e del circondario barese/tarantino murgiano.

Luoghi affollati e deserti a seconda degli orari.

In una qualsiasi mattina del 2000 nella centrale piazza della Visitazione sorgeva un casolare grigio, di costruzione stile anni ’80, a fare da collante tra il palazzo della Motorizzazione civile e l’ufficio del Tesoro. E in mezzo ci metto anche  liceo scientifico, ITC, Tribunale e Comune. Tutti palazzoni dallo stile fantozziano (per intenderci: come i palazzi dei vari mega direttori galattici).

A prima vista sporgeva spontanea la domanda: “ma i treni dove sono?”

I treni c’erano ma non si vedevano. Erano sotto terra. Si scendevano due rampe di scale,tra bottiglie e cicche di spinelli, per raggiungerli. E quando il treno arrivava si alzava un vento che sembrava di stare su un aereo.

Le panchine erano affollate di giovani riluttanti alla quotidianità scolastica e riconoscevi facilmente gli accenti di provenienza. Era il luogo preferito di gravinesi, altamurani e della più vicina provincia materana.

Ad inizio 2000 aveva anche la sua discreta delinquenza gravitazionale tipica dei dintorni di ogni stazione. Residui degli anni ’90.  Era un luogo da incubo per i genitori modello. Bastava farsi fotografare nelle sue vicinanze per far scattare ore funeste a casa propria e…ah non c’erano telefonini con fotocamera nel 2000.

Ciò che fu la stazione di Matera Centrale per i giovani ribelli dell’area materana è un qualcosa di custodito nei ricordi collettivi e individuali che raccontano pensieri pesanti.  Impenetrabile guscio a prova di tempo che, nonostante la sua cancellazione fisica, sopravvive e arde come gioventù in fiore.

Al suo posto oggi sorge la moderna Matera Centrale su cui potremmo discutere per ore e ore convenendo probabilmente all’unisono sul fatto che essa è solo bella esteticamente ma, permettetemi di garantirvi che l’ inaccessibile struttura attuale è un deserto dei Tartari in confronto all’affollata, disonesta, eroica e ribelle stazione di una volta.

Tra treni persi, occasioni mancate, baci rubati, risse, spinelli, viaggi, amori, addii e tanto altro, con la  cancellazione della vecchia Matera Centrale si chiude un’epoca moderna ma non troppo, difficile ma non troppo, felice ma non troppo.

Beh sí, Matera aveva questo luogo underground che ti proiettava immediatamente in una dimensione degna della miglior Scandellara.

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