Negli anni ’20 del 1900 i contadini lucani avevano superato i problemi derivati dalla Prima Guerra Mondiale. Altri forse non se n’erano nemmeno accorti e l’avevano vissuta con forte distacco, soprattutto se non erano coinvolti direttamente attraverso la partenza per il fronte di qualche parente, sopraffatti dalla mentalità lavorativa che imponeva loro orari massacranti.

È cosa nota che i contadini uscissero di casa prima del sorgere del sole e che il loro rincasare avvenisse al tramonto.

A rompere questi equilibri spesso era qualche potente di turno che imponeva loro tasse che gravavano sulla già misera condizione di vita.

Siamo a Lauria in contrada Seluci alla metà degli anni ’20, a luglio.

Fa caldo da quelle parti ma l’Appennino forse riesce dare qualche spiraglio di frescura nelle notti della valle del Noce rispetto al caldo afoso del materano.

Succede che il Vescovo di Policastro intenta una causa contro questi contadini. Nonostante le ricerche non abbiamo trovato il motivo di tale causa ma sappiamo che la somma da pagare al vescovo fosse stata di sessantamila lire. Un’enormità per l’epoca.

Incaricato alla riscossione del debito fu l’ufficiale giudiziario Garaldi del tribunale di Lagonegro il quale si recò a Seluci, lungo l’attuale strada statale Sinnica, tra Latronico e Lauria, ignaro di quale potesse essere la risposta della popolazione.

O forse chi faceva quel lavoro di riscossione tributi metteva in conto la pericolosità che quel lavoro riservasse.

Fatto sta che il Garaldi andò a Seluci per riscuotere le sessantamila lire.

I contadini ovviamente si rifiutarono di pagare e obbligarono, non si sa come, il Garaldi di sopprimere i documenti del tribunale.

Ma la folla composta da 400 tra uomini e donne, inferocita non si limitò al semplice rifiuto.

Armati di randelli e presi da un’ira crescente si recarono a Lauria per fare vendetta e giustizia.

Arrivati in paese cercarono il Vescovo ma vi trovarono l’avvocato Pisani, legale dell’autorità ecclesiastica di Policastro e lo malmenarono.

L’intervento delle autorità evitò il peggio e i più facinorosi vennero arrestati e trattenuti presso la locale caserma dei carabinieri.

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