Gli anni ’20 nella loro condizione agreste, in Lucania, lasciavano ampi spazi di cronaca. Succedevano spesso casi di tradimenti domestici soprattutto a cavallo tra la fine della Grande Guerra e la decade a venire. Questo perché non tutti i mariti ritornavano dal fronte. Molti rimanevano uccisi, altri mettevano su famiglia altrove. Era tutto uno shula bula, tanto per citare Fuga di mezzanotte, ovvero “un po’ così, un po’ colà”.

Palazzo San Gervasio primavera del 1926. Una donna di professione ostessa, piacente a detta dei paesani dell’epoca, intratteneva una relazione extraconiugale con un uomo del posto.

Il marito dell’ostessa però non era in guerra ma semplicemente al lavoro quando i due amanti si intrattenevano in casa della coppia.

Inaspettatamente il marito tornò in casa e l’amante sentendo rumore provenire dalla porta corse a nascondersi come un film comico americano.

Ma quando si accorse che il marito della sua amante si stava dirigendo nella sua direzione estrasse la pistola e sparò due colpi ferendolo al viso ed alla pancia.

Il malcapitato marito venne trasportato per le cure all’ospedale Gianturco di Potenza e si salvò per miracolo.

I due amanti vennero entrambi arrestati.

Non sappiamo quanto tempo essi siano rimasti in carcere e soprattutto non sappiamo come possa essersi poi protratta in paese la vita due queste persone dopo questo episodio che, per l’epoca,macchiava di un disonore eccessivo i protagonisti.

Palazzo San Gervasio (foto presa dal web)

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