Ad inizio 1900 la Lucania era terra selvaggia e poco esplorata. Specie nella fascia appenninica, dove la scarsità di popolazione favoriva il proliferare della fauna.
Siamo nella seconda decade del 1900 nel sud della Lucania. Precisamente in val Noce.
Stretta tra il Massiccio del Sirino e i monti costieri, la valle da sempre ha avuto un carattere montuoso, pur essendo a ridosso del mare.
Rivello è un bellissimo paese dominante la valle, sulla via della Calabria per chi scendeva da Lagonegro.
Pare che un lupo si aggirasse nella zona. Era stato avvistato da più persone. Aveva lasciato tracce e una volta, sembra che addirittura fu avvistato in paese. Era stato descritto come un animale di grandi dimensioni e la paura a Rivello era tanta.
Durante una battuta di caccia ai cinghiali, i presenti si imbatterono in un lupo di dimensioni enormi.
Purtroppo per l’animale (all’epoca non esistevano tutele) i cacciatori non ebbero pietà del singolare esemplare.
Esso fu poi trasportato in paese come un trofeo di guerra e le dimensioni esagerate dell’animale provocarono stupore e curiosità nelle popolazioni della valle del Noce.
Non mancarono leggende sull’accaduto che vedevano l’animale troppo grande per essere considerato un semplice lupo.
La Lucania, specie quella di inizio 1900, era incline alla leggenda esoterica.
Non siamo stati in grado di recuperare testimonianze circa l’episodio, ma il lupo di Rivello alimentò la fantasia di tanta gente della valle del Noce per anni.


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