Siamo a Potenza in una tranquilla sera del gennaio 1926 e il dottor C. si trovava nei pressi della sua abitazione insieme alla sua famiglia.

Persona stimata e considerata a Potenza non aveva mai dato segni di squilibrio anche se, a detta di qualcuno, il dottore riservava alcune stranezze di tanto in tanto.

Ad un certo punto, inaspettatamente, anzi in un momento in cui mai si sarebbe immaginata una cosa simile, il dottore impugnò un coltello e si lanciò sulla moglie per colpirla.

Alla scena assistette la figlia quattordicenne che urlando ebbe il coraggio di difendere la madre interponendosi tra il dottore e la vittima.

Intanto all’ascolto delle grida delle donne, intervenne della gente a bloccare il dottore.

Mamma e figlia furono ricoverate per ferite leggere mentre il dottore veniva internato in una casa di cura.

Non sappiamo e forse non sapremo mai il perché di quel gesto. La moglie del dottore affermò di non esserci mai state situazioni per le quali il marito si sarebbe potuto innervosire a tal punto. Non sapremo neanche quanto tempo rimase nella casa di cura il dottor C.

Rimane avvolto nel mistero il raptus omicida del medico potentino in quel freddo inverno del 1926.

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