Era di martedì quel 5 luglio 1994. Il mondiale americano era entrato nel vivo. Gli ottavi di finale prevedevano un’Italia qualificatasi “a culo proprio” sfidare una Nigeria rivelazione del torneo.
La fase a gironi degli azzurri era stata un mezzo disastro. La sconfitta all’esordio contro l’ Eire aveva acceso polemiche a non finire. Persino l’impresa contro i vikinghi norvegesi aveva sollevato perplessità nella stampa. Se a questo aggiungiamo l’infortunio di Baresi e l’espulsione di Pagliuca con conseguente sostituzione di Baggio la frittata è pronta.
Contro il Messico un pareggio deludente e via agli ottavi come miglior quarta. Una vera botta di culo.
Ma a quel punto eravamo in ballo e dovevamo ballare.
Gli anni ’90 erano nel loro vivo.
Sweet Dream dei La Bouche sfondava alla radio e mi ricordava le gite scolastiche di qualche mese prima. Fottutamente da scuola media.
Quel martedì ero in treno. Stavo raggiungendo una località cilentana per trascorrere una settimana di vacanza con parenti.
Da qualche radiolina sentii il risultato di vantaggio nigeriano. Non ci potevo credere. E ci stavano surclassando anche.
Appena sceso alla stazione chiesi al primo capostazione il risultato ed egli con espressione laconica rispose: “sempre 1-0”. E in 10 anche. Zola era stato assurdamente espulso e la sua espressione da ragazzino offeso resterà per sempre nelle nostre menti calcistiche.
Quando raggiungemmo la casa di questo mio zio accesi immediatamente il televisore. Mancavano 5 minuti alla fine. Mancavano 5 minuti all’eliminazione.
Ma al minuto 89 Mussi entra in area e vince un contrasto sporco. La mette bassa al centro per l’accorrente Baggio che con un rasoterra chirurgico la infila tra gambe avversarie, guantoni e palo. Pareggio. Siamo vivi. Incredibile.
Ai supplementari l’Italia decise che era giunto il momento di fare l’Italia e quando Benarrivo si fece atterrare in area da un difensore nigeriano su assist al bacio di Baggio, capii che ce l’avevamo fatta. Rigore. Ancora il codino magico. Ancora l’eroe della nostra infanzia anni ’90.
2-1 e Nigeria stordita. Incredula.
Pensai che a quel punto fosse lecito sognare. Fosse lecito vendicarsi del torto subito contro l’Argentina al mondiale italiano
La vacanza durò poco ma ancora la ricordo bene. Era avvolta nel mondo fatato degli anni ’90. E come quella di quattro anni prima, seppur si giocasse negli USA era un’estate italiana.


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