Questa è una delle storie più brutte che la Lucania del 1900 (ma anche degli anni a seguire) abbia potuto lasciare ai posteri, non solo per l’ efferatezza del delitto ma anche per l’età della vittima, appena 13 anni.
Siamo a San Severino Lucano, paesino dell’entroterra sud,in provincia di Potenza, alle falde del Massiccio del Pollino.
Da queste parti, nel 1926, è difficile arrivarci. Le strade sono impraticabili e le arterie di comunicazione come la Sinnica sono ancora un lontano miraggio.
Maria Chiorazzi è una ragazzina tredicenne. Non sappiamo molto di lei ma d’altronde cosa si può sapere di una ragazzina lucana di soli 13 anni se non che è ancora una bambina?
Il 7 giugno 1926 tal V.G. di anni 18, mulattiere, infastidito da chissà cosa scatenò l’inferno tra quelle valli incastonate tra il Frida e il Pollino.
Pare che V.G. lavorasse dalle parti della tredicenne e che la ragazza spesso si intrattenesse in zona per i più svariati motivi.
Quel 7 giugno V.G. colpi la ragazza più volte al capo con una pietra fino a ucciderla, per poi gettare il corpo nella via sottostante.
Nonostante le nostre ricerche non siamo riusciti a localizzare il luogo.
I carabinieri, informati da qualcuno sul ritrovamento del corpo senza vita della fanciulla, riuscirono in breve tempo a risalire a V.G. e ad arrestarlo.
Alle autorità V.G. dichiarò di aver ucciso la ragazza perché ella lo avrebbe schernito ripetutamente.
I carabinieri, non convinti della versione di V.G. indagarono ancora.
Non sappiamo questa storia come andò a finire. Forse V.G. soffriva di qualche patologia che all’epoca non era diagnosticata. O forse sono ancora oscuri i motivi di questo delitto. La componente sessuale fu esclusa ma non sapremo mai la veritá.
V.G. fu condannato ma non sappiamo se ebbe come pena l’ergastolo.
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